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    Saturday, June 12, 2010

    Start up Nation


    Sono tornata da un po' da Tel Aviv, pochi giorni prima del blitz alla Freedom Flotilla e vi anticipo che questo non è un post in cui prendo le parti dell'uno o dell'altro. Prima di partire avrei voluto trovare informazioni interessanti sulla cultura, sui posti da visitare e ovviamente ci sono, ma bisogna scavare.

    A Tel Aviv ho incontrato tante persone con storie interessanti. C'è un mix pazzesco di culture diverse e, al contrario di quello che si pensa, arabi e israeliani convivono pacificamente a Tel Aviv. Anche a Gerusalemme non mi è sembrato di vedere asti tra le due fazioni.

    In Israele ho fatto un po' vita da turista nei weekend ma durante la settimana lavoravo. La mia azinda si trova sulla Rotschield in un bel grattacielo chiamato Einav Tower. E ora vi dico una cosa che fa rimanere senza parole gli italiani: Una volta alla settimana veniva il massaggiatore Shatsu in ufficio! Durante le sedute abbiamo chiacchierato un po' e pare che a Tel Avi sia del tutto normale avere un massaggiatore in azienda.

    Ma Tel Aviv non a caso viene chiamata la Bolla: è in Israele ma ortodossi se ne vedono poco, i giovani sono sempre in giro e a far feste e ci sono molte aziende di Hi-tech e Internet. Come mi è stato spiegato da una ragazza ebrea di Torino che ho incontrato una sera al Gordo, un bel locale sulla Gordon Beach, gli israeliani hanno lavori abbastanza normali, ma quelli che lavorano nell'hi-tech e nelle aziende di webmarketing sono dei privilegiati. Abbiamo chiacchierato molto e mi ha consigliato un libro START UP NATION scritto da due giornalisti israeliani. L'ho comprato il giorno dopo in una libreria su Dizengoff, la via centrale dove avevo l'appartamento.

    L'ho quasi finito e sicuramente se lavorate in questo campo risulta ancora più interessante perchè spiega da dove sono nati i principali Start ups di Israele, una nazione che nonostante 3 grandi guerre e ricorrenti problemi politci conta un gran numero di aziende quotate in borsa. Tutto quello che c'è scritto sugli israeliani: la loro intrapendenza, la mancanza di gerarchia e il loro essere aperti, non posso far altro che confermarlo. E' sicuramente quello che mi ha colpito di più. Secondo me è uno dei posti migliori in cui andare per imparare, e vale molto più dei tanti master e pseudo corsi di formazione che vanno tanto in Italia in cui ci vedo davvero poca pratica. Il mio consiglio è viaggiate, parlate con la gente e vi arricchirete sotto ogni punto di vista.
    La prossima tappa è Tokyo ;-)


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